Di cosa si tratta?
La scuola superiore di Primiero, da anni impegnata sui fronti dello studio e della divulgazione delle risorse culturali del territorio, è stata coinvolta in modo naturale in questo progetto grazie al lavoro e alla passione di allieve e allievi, coordinati da un gruppo di insegnanti che sviluppa a scuola assieme agli studenti un percorso dedicato all’approfondimento di arte, storia e cultura dei nostri territori.
Questa è un’attività di ricerca e divulgazione culturale che potrà essere adottata per valorizzare anche altri luoghi di Primiero, grazie alla flessibilità garantita dagli strumenti digitali.
Tutte le stazioni
Il Monumento ai Caduti di Primiero, opera di Riccardo Schweizer (1968), commemora i caduti della Prima Guerra Mondiale e le vittime dell’alluvione del 1966. In cemento e polvere di ferro, presenta un pannello orizzontale (la forza distruttiva dell’acqua) e pannelli verticali: un uomo schiacciato da una ruota (le battaglie del passato), un bombardamento aereo e una nave da guerra (il Novecento). Gli elementi verticali e orizzontali della scena convergono al centro, in una composizione simbolica.
La Contrada si divide tra via Terrabugio, in ricordo dell’omonimo compositore e via Garibaldi. I raffinati edifici con dettagli gotici, affreschi, fregi, blasoni, decorazioni, celano sul retro orti e pertinenze. Un tempo sede di mercati di bestiame, ospita oggi le “Fiere”, un mercato con diverse bancarelle che due volte all’anno animano il centro. La scritta “Christus Nobiscum Stat” ricorda il colera del 1836.
Nel 2002 l’artista locale Max Gaudenzi realizza in Piazza Cesare Battisti una fontana esagonale in pietra bianca. Al centro, un “obelisco” con rilievi geometrici richiama il suo stile. La base esagonale presenta stemmi araldici con la storia di Primiero: dai feudatari Welsperg, ai simboli dei minatori e dei forni fusori, all’Aquila di San Venceslao, simbolo della Provincia autonoma di Trento e i due simboli che rappresentano la comunità di Primiero, il borgo di Fiera e la Lontra.
La Chiesa della Madonna dell’Aiuto, eretta nel 1663, fu consacrata nel 1668. Accoglie un quadro con Madonna del 1767 che veniva portato in processione per scongiurare le calamità. Due gli altari laterali dedicati a San Francesco e San Gaetano. In facciata è presente un affresco di 54 metri quadrati di Argo Castagna (1952), con Vergine implorata dai fedeli per la grazia. La torre campanaria è del 1910. La facciata est è abbellita dagli stemmi del Comune e della famiglia Pasotti. In sommità presenti aperture a tutto sesto.
Casa della Stadera, in dialetto detta “bilancia”, rimanda all’antica funzione di sede per il commercio. La movimentata e sfarzosa facciata è un capolavoro: affreschi, modanature e timpani che incorniciano le finestre, specchi marmorei. Un tempo qui i commercianti portavano le merci: vino, biava, farina e sale, che venivano pesate. La stadera garantiva così il rispetto dei limiti imposti dagli stati. La Casa ha ricoperto anche la funzione di tribunale, come riportato in alcuni dettagli dei decori.
Palazzo Welsperg, ex Albergo Roma, eretto nel XV sec., fu dimora dei conti Welsperg, feudatari della Valle dal 1401. Le sale, un tempo parte del palazzo residenziale, sono oggi uffici e abitazioni. Nella corte interna con fontana, sostavano carrozze e cavalli. Il corridoio dell’ingresso accoglie due stemmi della famiglia: uno in pietra del 1568, l’altro in ceramica. Dopo consistenti restauri, nel 1675 i Welsperg, lasciato Castel Pietra, vi entrano stabilmente. L’aspetto attuale risale agli interventi del XVIII sec.
Rivetta Koch è il nome della salita che collega Piazza Negrelli al centro storico della Pieve, gli abitanti la chiamano infatti “rivetta”. Un tempo era la via principale che univa l’alto e il basso Primiero. Nel 1902 un violento incendio ne ha cambiato l’aspetto. Oggi i giardini e la scalinata Negrelli occupano la parte a valle del Palazzo delle Miniere, dove un tempo vi erano abitazioni, magazzini e botteghe, che in seguito all’incendio non furono più ricostruiti. Ancora oggi, osservando i muri dei giardini sotto la “rivetta”, se ne riconoscono alcune tracce.