Di cosa si tratta?
La scuola superiore di Primiero, da anni impegnata sui fronti dello studio e della divulgazione delle risorse culturali del territorio, è stata coinvolta in modo naturale in questo progetto grazie al lavoro e alla passione di allieve e allievi, coordinati da un gruppo di insegnanti che sviluppa a scuola assieme agli studenti un percorso dedicato all’approfondimento di arte, storia e cultura dei nostri territori.
Questa è un’attività di ricerca e divulgazione culturale che potrà essere adottata per valorizzare anche altri luoghi di Primiero, grazie alla flessibilità garantita dagli strumenti digitali.
Tutte le stazioni
Della chiesa di San Giacomo eretta nel XIII sec. a protezione dei numerosi campi tra Tonadico e Siror, oggi restano alcuni sedimi delle mura perimetrali dell’aula e l’abside affrescata nel 1527 con al centro il Cristo in gloria e a lato i simboli degli evangelisti. Nel registro inferiore i Santi Innocenti. L’arco santo esibisce tracce dell’Annunciazione e figure di profeti e santi. Al centro le firme dei committenti e scritte devozionali.
Villa Mortera fu costruita nel 1938 sulle colline di Tonadico, nella campagna di San Giacomo, da Giulio Mortera, facoltoso agente di borsa ebreo residente in Egitto. Con la Seconda Guerra Mondiale i Mortera non poterono più tornare a villeggiare d’estate a Primiero. Per la sua posizione strategica sulla strada principale, nel ‘39 la villa fu occupata dalle forze armate tedesche. Prevendo l’occupazione, i vicini di casa erano riusciti a mettere in salvo dai nazisti gli oggetti della famiglia che, al ritorno nell’estate del ‘46, ritrovarono la villa intatta e i beni restituiti.
Costruita nel 1505, elevata a parrocchia nel 1943. Nella nicchia in facciata un San Sebastiano dipinto da L. Campochiesa da Tonadico nel1813. Nell’abside presenti un altare ligneo XVII-XVIII sec. e un tabernacolo barocco. La pala dell’altare maggiore mostra San Sebastiano con ai lati San Rocco e Sant’Antonio. Nell’altare destro la pala con la Madonna tra San Francesco e Sant’ Anna, opera di V. Vitman. Nell’altare sinistro una pala secentesca con l’angelo custode, S. Leonardo e S. Gottardo.
Tonadico, con Siror, vanta molte fontane poste sia all’interno che all’esterno del paese. L’acqua serviva ad alimentare mulini, segherie, fabbri e lavatoi. Dal XVIII sec., per facilitare il rifornimento, nei centri abitati vennero costruite fontane prima in legno e poi in pietra o muratura. Alimentate dai “canòni” di legno (tubature), erano soggette a all’usura e al freddo. A fine XIX sec. i canòni vennero sostituiti da tubi in terracotta locali, e in tempi più recenti da tubi in ferro.
Palazzo Scopoli risale al XII secolo. Fu residenza della famiglia Scopoli dal 1367. Nei secoli l’edificio si è trasformato. Restaurato nel 1999, conserva elementi di diverse epoche: caditoie, bifore e affreschi. Internamente la cappella mostra affreschi strappati e un altare antico. Il piano nobile vanta decorazioni lignee pregiate. Oggi il palazzo è il centro culturale e gastronomico “Casa del Cibo”.
La chiesa sorge sulla collina che domina Tonadico. Risalente al XIII secolo, conserva affreschi medievali di pregio che raccontano la vita di Cristo, scene di crociate e un singolare Giudizio Universale. Un luogo ricco di storia, arte e bellezza. In passato fu antica diocesi di Feltre, come testimoniato dalla dedica ai santi patroni feltrini.
A Tonadico, un edificio si distingue per la sua unicità. La facciata, ricca di decorazioni pregiate e di una protuberanza settecentesca, racconta una storia di prestigio e ampliamenti. Le pitture, tra cui spiccano la Madonna dell’Aiuto e lo stemma degli Asburgo, insieme alla data 1681, ne testimoniano l’importanza. Affreschi ottocenteschi, ispirati a Jacopo Bassano, completano l’opera. Un edificio adiacente, con decorazioni simili del 1687, arricchisce il complesso. Un vero gioiello storico e artistico.
La “Lissiera”, antico lavatoio pubblico di Tonadico, era luogo cardine della vita comunitaria. Qui, grazie alla “lissia”, un composto di calce e cenere, si lavavano e sbiancavano i panni. Distrutto da un incendio nel 1863, fu ricostruito, con le attuali finestre ogivali in tufo e il tetto in pietra. Alimentato dall’acqua dal torrente Canali, che attraverso le rogge azionava mulini, segherie, folloni del territorio.
Madonna della Luce è località nota per il capitello votivo in tufo, costruito nel 1903 su un masso erratico. Ospita la statua della Madonna del Rosario e quella di una pastorella, meta di passeggiate e devozione. Davanti al capitello il bacino di invaso che, interrato dopo la dismissione della centrale idroelettrica dei Boaletti, è stato riportato alla luce nel 2000, come esempio di archeologia industriale.
Guardando verso la Val Canali, appaiono tra la vegetazione i ruderi di Castel Pietra, un tempo grande struttura quadrangolare con piano inferiore dedicato ai servizi e superiore alla zona signorile. Eretto nel 1200 dai vescovi di Feltre, dal 1401 diviene residenza estiva dei Welsperg. Disabitato dal 1600, permane oggi di proprietà dei Welsperg. Nel tempo ha subito molte demolizioni e ricostruzioni.