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L'interno della chiesa di Santa Maria dell'Assunta

TAPPA/7 – parte 1

All’interno della chiesa di Santa Maria dell’Assunta, a cui si accede attraverso un portale gotico, vi è un’acquasantiera a muro sulla quale è scolpita in bassorilievo una figura che ricorda un’incudine: è un ulteriore richiamo all’attività mineraria dei secoli passati.

La struttura è quella di una “chiesa a sala”: ha tre navate divise da sei grandi pilastri su cui poggiano le arcate a sesto acuto e le nervature delle campate si collegano all’arco santo (l’arcata che separa l’abside dalle navate), sorretto da due teste umane sorridenti. I pilastri (realizzati in pietra locale) reggono la complessa struttura lignea che a sua volta regge la copertura.

Le nervature e i costoloni della zona presbiteriale sono più visibili in quanto di colore giallo in modo da distaccare simbolicamente la parte divina rialzata da quella terrena delle navate. Nelle vele della zona absidale è presente un dipinto raffigurante la Madonna col Bambino, segno di protezione materna nei riguardi dei lavoratori delle miniere, i cui stemmi campeggiano nelle serraglie (ovvero l’incrocio delle nervature).

Al centro della chiesa sulla campata vi è lo stemma Welsperg.

Procedendo dall’entrata, sulle chiavi di volta, sono presenti Dio Padre Benedicente e, vicini, gli stemmi dei minatori; vi è anche la data, 1493, di conclusione dei lavori con il simbolo del capo mastro responsabile della costruzione. Nel mezzo della volta campeggia lo stemma di Massimiliano I: l’aquila nera, circondata dalla collana del “Toson d’Oro”. Infine, dipinta sopra la cantoria, è Santa Caterina di Alessandria (vicino al rosone) che mostra gli strumenti del martirio: la ruota dentata e la spada.

Per invocare la protezione divina dei santi sui minatori, feudatari e padroni delle miniere, che contribuirono alla costruzione della chiesa, fecero dipingere un insieme di segni, simboli ed immagini.

L’abside accoglie le opere di grande rilievo storico e artistico, come: il crocifisso, l’ostensorio (tabernacolo a muro), l’affresco Römer e l’altare a portelle (Flügelaltar).

L’Arcipretale, che è dislocata sulla costa occidentale della valle di Primiero, dove sorge l’antico borgo di Pieve, funge anche da “bussola geografica” separando la zona sottostante la chiesa (sottopieve) da quella soprastante (soprapieve).

Il complesso ecclesiastico, come prima accennato, è stato ultimato nell’anno 1493 e consacrato due anni dopo; sorge sui sedimi di chiese precedentemente costruite, si ipotizza intorno al V-VI secolo d.C.

Ammira sulla parete di sinistra, il grande affresco della “Caccia mistica all’unicorno”.