Tabià di Siror

il luogo

Il tabià di via Sant’Andrea

Reliquia d’un passato secolare, resiste a Siror, incastonato al centro del paese, un vecchio tabià. Una di quelle antiche “fabbriche del latte” nelle quali, fino a pochi decenni or sono, entravano montagne di fieno che, metabolizzato da decine di bovine, ne usciva sotto forma del prezioso liquido: principio creativo e vitale che condensa i profumi e i sapori di mille fiori di montagna.

Il vecchio fienile risale al XVII secolo, se non oltre. Un registro di metà Settecento lo descrive quasi isolato tra la strada imperiale (l’odierna Via Sant’Andrea) e gli orti e campi di Vallaza, dove poi sarebbero sorti la scuola e altri edifici pubblici.

Era di misser Francescantonio del fu Andrea Pelzer e di Zuanne Stil per nome di sua moglie Cattarina. Ma nei decenni precedenti ebbe come unico proprietario e forse suo costruttore Domenego del fu Nicolò Bancharo o Bancher.

Le sue mura e le sue travi testimoniano una “biografia” complessa e stratificata che incute soggezione e reclama attenzione e rispetto.

Da alcuni decenni, il fienile è di proprietà comunale e vi si svolgono mostre, attività ed eventi pubblici.

Un baricentro per Siror

Il tabià è un prezioso monumento della vita contadina e la sua posizione centrale ne suggerisce un impiego più frequente ed efficace.

L’amministrazione comunale ha deciso di restaurarlo per ricavarne una sorta di “piazza” coperta, dove paesani e ospiti possano incontrarsi, informarsi e immaginare insieme il futuro di Siror.

Un “baricentro” dell’abitato dal quale si dipartano e sul quale convergano attività ed opportunità sociali e culturali rivolte a tutta Primiero ma anche oltre.

Per animare questo “baricentro” e il paese tutto, il Comune e una rete civica che si viene sviluppando adotteranno lo strumento dei patti di collaborazione tra cittadini attivi e amministrazione per la cura, la rigenerazione e la gestione condivisa del bene comune.

Proprio per verificare queste idee e modalità, nel corso del 2021 si va attuando un calendario di attività sperimentali, sul bilancio delle quali si fonderà l’azione dell’amministrazione per il riuso del tabià e la sua nuova destinazione.

Per chi volesse sapere di più: