Reliquia d’un passato secolare, resiste a Siror, incastonato al centro del paese, un vecchio tabià. Una di quelle antiche “fabbriche del latte” nelle quali, fino a pochi decenni or sono, entravano montagne di fieno che, metabolizzato da decine di bovine, ne usciva sotto forma del prezioso liquido: principio creativo e vitale che condensa i profumi e i sapori di mille fiori di montagna.
Il vecchio fienile risale al XVII secolo, se non oltre. Un registro di metà Settecento lo descrive quasi isolato tra la strada imperiale (l’odierna Via Sant’Andrea) e gli orti e campi di Vallaza, dove poi sarebbero sorti la scuola e altri edifici pubblici.
Era di misser Francescantonio del fu Andrea Pelzer e di Zuanne Stil per nome di sua moglie Cattarina. Ma nei decenni precedenti ebbe come unico proprietario e forse suo costruttore Domenego del fu Nicolò Bancharo o Bancher.
Le sue mura e le sue travi testimoniano una “biografia” complessa e stratificata che incute soggezione e reclama attenzione e rispetto.
Da alcuni decenni, il fienile è di proprietà comunale e vi si svolgono mostre, attività ed eventi pubblici.